BIMBI, TIC ED EMOZIONI

I tic sono manifestazioni motorie, veloci e improvvise, che derivano dalla contrazione involontaria di uno o più gruppi muscolari. Sono involontari, stereotipati, ricorrenti, imprevedibili, non ritmici. I tic nei bambini peggiorano in condizioni di stress o rabbia e possono essere mitigati con manovre di distrazione o concentrazione.

QUANDO INSORGONO?

I tic nei bambini si manifestano in genere fra i 4 e i 7 anni. Nella maggior parte dei casi, le prime manifestazioni sono: sbattere le palpebre in modo ripetitivo, tirare su con il naso, schiarirsi la gola o tossire. Sono più frequenti nei maschi, con una proporzione di 3 a 1.

CLASSIFICAZIONE DEI TIC

I tic vengono classificati in motori e vocali, semplici o complessi.

  • Tic semplici: si manifestano attraverso movimenti repentini o suoni brevi e ripetitivi.
  • Tic motori complessi: sono invece movimenti coordinati in modo sequenziale, ma in modo inappropriato. Per esempio, scuotere la testa ripetutamente, ripetere i gesti degli altri (ecoprassia) o fare gesti osceni (coproprassia).
  • Tic vocali complessi: sono caratterizzati da una produzione sonora elaborata, ma collocata in un ambiente inadeguatoUn esempio è quello della ripetizione di sillabe, il blocco, la ripetizione delle parole personali (palilalia), la ripetizione delle parole ascoltate (ecolalia) o la ripetizione di parole oscene (coprolalia).

QUANDO ALL’ORIGINE CI SONO LE EMOZIONI

Non mi stancherò mai di ripetere che le emozioni non sono entità astratte e controllabili, bensì le emozioni avvengono, punto e basta. Ogni nostro tentativo di reprimerle sfocia in qualche somatizzazione, più o meno sgradevole. Nel caso dei tic, essendo più comuni proprio in età infantile, abbiamo una profonda emotività di base che cerca di esprimersi e viene in qualche modo trattenuta dal bambino.

Non è questa la sede e non sono io la professionista adatta a parlare dei meccanismi psicologici che mettono in moto l’inibizione, in quanto nel mio lavoro ciò che importa è l’educazione emotiva e la presa di consapevolezza di ciò che mette in atto il corpo.

Quando insorgono tic di natura emotiva, possono esserci fattori scatenanti diversi, tra i quali ansia, paura e rabbia. Una volta identificato il “motore” di interesse, è importante rendere consapevole il bambino di quanto gli accade, far sì che apra le porte all’emozione e che venga educato ad una gestione maggiormente funzionale di ciò che sente dentro.

Col tempo, i tic emotivi dell’infanzia tendono a sparire, ma senza la risoluzione del problema: semplicemente, si impara a trattenere talmente bene che le somatizzazioni scattano ad un livello successivo. Un esempio comune è quello dell’inibizione della tristezza e del pianto, per la quale molti adulti disimparano a respirare profondamente, bloccando costantemente il diaframma.

IL CASO DI UNA MIA PICCOLA PAZIENTE

Quando la mamma di A. mi ha chiamata per la prima volta era il 2020 e la piccola aveva 7 anni. Sin dalla prima chiacchierata mi accorsi della sua spiccata intelligenza e profondità emotiva, per cui valutai che i tic che la riguardavano (colpetti di tosse e smorfie facciali) potessero avere natura stressogena. Per confermare questa impressione, eseguii un test kinesiologico specifico che diede come esito generale un’insorgenza di natura emozionale e, successivamente, individuò la rabbia come motore d’azione dei movimenti involontari.

Sebbene agli occhi dei genitori apparisse come una dolcissima bambina, altruista, brava a scuola e sempre di buon umore, durante i nostri incontri venne fuori un mondo emotivo che lei descriveva “tutto rosso”, arrivando a confidarmi di avere la fantasia di impugnare una pistola e sparare alle persone che riteneva ree di qualche atteggiamento da lei disapprovato, come il gettare una cartaccia a terra. Mentre mi raccontava questa cosa, l’espressione dei suoi occhi si infiammò e per tutta la seduta non ebbe la minima manifestazione di tic.

I genitori erano ignari di questa sua profonda rabbia non per disattenzione nei confronti della figlia (altrimenti nemmeno mi avrebbero chiamata), bensì perché lei in primis reprimeva e controllava il suo universo emotivo per non mettere loro in allarme e destare preoccupazioni: insomma, una piccola adulta estremamente intelligente che preferiva tenersi le cose dentro piuttosto che creare dispiacere in coloro che amava.

Venne anche fuori che parte della sua rabbia nasceva dalla morte del nonno, vissuta con un dolore inespresso agli occhi degli altri e che, sempre in seduta, mi disse di sfogare di notte piangendo e mordendo il cuscino, senza farsi sentire da nessuno.

Lavorammo sull’educazione emozionale, le spiegai che la rabbia, anche se poteva sembrare una cosa bruttissima e farci paura, era importante, serviva a qualcosa se sfruttata nel modo giusto (di questo parlerò in un prossimo articolo).

Dopo una serie di incontri regolari, la situazione migliorò nettamente e, ad oggi, vedo la piccola A. solo di tanto in tanto, quando lei sente il bisogno di sfogarsi un po’ con qualcuno senza il timore di gravare sulle spalle di mamma, papà o fratellino.

QUANDO ALL’ORIGINE PUO’ ESSERCI DELL’ALTRO

Spesso i tic nei bambini sono associati alla difficoltà di controllare gli impulsi, a lievi alterazioni dell’attività neuropsicologica e motoria e a un elevata percentuale di altri disturbi psichiatrici o dello sviluppo. Per esempio, si presentano spesso in caso di ADHD (30-60% dei casi).

Anche la Sindrome di Tourette (ST) implica tic motori multipli associati a tic vocali.

Recentemente, anche le malattie pediatriche Pandas e Pans sono rientrate nell’abecedario della manifestizione di tic sintomatologici.

Consultate sempre il pediatra, così che prima di procedere ad una rieducazione emozionale, vengano escluse tutte le altre possibili insorgenze di natura patologica.

CONSIGLI PER MAMME E PAPA’

Cercate di dare il giusto spazio di ascolto alle emozioni dei vostri figli, durante il quale possono sentirsi liberi di esprimersi senza temere di recarvi dispiacere o di sentirsi giudicati. Spiegate loro che le emozioni sono belle, perché ci rendono colorati e vivi, anche nel caso di quelle che vorremmo provare un po’ meno: in effetti, anche il nero serve nei disegni, altrimenti come potremmo fare e far risaltare la bellissima luce delle stelle in un cielo notturno?

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